Storia di una scultura

Sono una scultura innamorata dell’incontro, sono alta quasi quattro metri, mio padre è Marco Di Piazza, moderno Geppetto che mi ha forgiato nell’acciaio. Io sono il suo Pinocchio, anche se il mio nome è un altro: “Gruppo di figure in cammino – Voci dal mondo”. Ho tante madri: la tolleranza, il viaggio verso l’altro, il rispetto delle diversità. Il 30 settembre 2012 prenderò dimora all’ingresso di San Gimignano, abiterò per sempre in questa città aperta al mondo che nell’agosto 2009 mi ha voluto come simbolo dei valori Unesco.

A San Gimignano ho mosso i primi passi e quindi torno all’aria che ho respirato quando ero ancora un pensiero. Sono una scultura, ma una scultura con le gambe, perché abiterò sulla Francigena, l´antica strada dei viandanti. Mio padre mi ha raccontato di avermi pensato tanto tempo fa e di avermi realizzato idealmente negli anni ‘80, in certi disegni che anticipavano quello che sarei diventata. Disegni di gruppi di figure in cammino verso un punto lontano, che già delineavano la mia visione delle cose, il mio rapporto con l’altro, l’ansia di realizzare un ponte tra le persone che portasse anche ad un confronto di saperi. Io, che come Pinocchio amo la libertà e gli incontri, ho una sorella gemella alta 2 metri e mezzo: stesse idee, stessi lineamenti. L’origine di entrambe è un piccolo disegno a inchiostro del 1993. Anche quel giorno mio padre pensava a me, anche se non ero nata. E ci pensò forte anche nel 1999, quando realizzò un bassorilievo per l’altare della chiesa di Sant’Agostino con figure in cammino verso una meta ideale. Il mio (bel) destino è il movimento, la tensione verso l’altro.

Sono felice di abitare sulla Francigena, la via dello scambio tra i popoli. Mio padre mi ha sempre desiderato, e nel gennaio 2009, a Praga, nei giorni del Festival Internazionale D’Arte Contemporanea, è accaduto qualcosa che lo ha convinto ad accelerare i tempi della mia nascita vera e propria. Invitato a esporre una scultura di grandi dimensioni nello spazio urbano, mio padre, ispirato dalla città, crocevia internazionale di culture e lingue, per realizzare una scultura in acciaio sceglie il gruppo di figure filiformi disegnato nel 1993. E per dare più vigore alla scultura che verrà decide di prendere a prestito una frase di Gandhi: “Nessuna cultura può sopravvivere se cerca di essere esclusiva”. Una frase che indica la strada per emanciparsi dai due grandi drammi del ‘900 che hanno sconvolto Praga: la dominazione Sovietica e l’Olocausto, che ha il suo luogo della memoria nella cappella nel quartiere ebraico. In quella chiesa mio padre ha sentito emozioni intense, forse indelebili. Quando è tornato dal viaggio a Praga, le figure in cammino spingevano ancora di più per vedere la luce e nel novembre 2010, tra i laboratori di San Gimignano e Bonn, finalmente siamo nate io e mia sorella, che negli stessi mesi è stata in mostra nel cortile del Palazzo Comunale di San Gimignano per il XX Anniversario di San Gimignano nelle Liste del Patrimonio Mondiale dell’Umanità. La visione della scultura era accompagnata da un sottofondo sonoro: Voci dal mondo, traduzione della frase di Gandhi in 45 lingue. L’esperimento della scultura parlante poco dopo è stato ripetuto con me: alla fine del 2010 ancora a Praga, e nel 2011 a Venezia, alla 54° Esposizione Internazionale d’Arte.

Praga, Venezia, San Gimignano, Bonn e ora di nuovo San Gimignano, dove prenderò casa ufficialmente il 30 settembre 2012 per il 40° anniversario della convenzione di Parigi che istituisce la Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità. A San Gimignano rimarrò per sempre, invitando all’incontro e al cammino verso qualcuno o qualcosa le genti che incontrerò. Grazie di cuore a mio padre, alle mie tante madri, alla città di San Gimignano e al suo senso dell’ospitalità, alle voci del mondo e a tutte le persone con cui avrò la fortuna di incrociare lo sguardo sulla Francigena.